Riarmo e smantellamento dei diritti | Prospettiva del Gruppo di Volontariato Carcerario

Riarmo e smantellamento dei diritti  | Prospettiva del Gruppo di Volontariato Carcerario

Come Gruppo di Volontariato Carcerario ci siamo interrogati sugli epiloghi a cui potrebbe portare un riarmo europeo da ottocento miliardi di euro. Ci siamo chiesti come quei fondi, attualmente indirizzati da una logica distruttiva verso l’annientamento delle vite, potrebbero invece salvarne altre attraverso programmi che puntino a un miglioramento della società tutta.

Programmi che puntino al risanamento delle disparità sociali, a una educazione affettivo sessuale, volte all’accoglienza delle persone migranti, alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori, ai sistemi di welfare e servizi pubblici attivi per tutti, al contrasto alla dispersione scolastica e a programmi che puntino al rafforzamento della sanità pubblica.

Facciamo questa premessa perché, entrando settimanalmente in carcere attraverso dei progetti e toccando con mano le storie delle persone recluse, ci rendiamo conto che sono le necessità a creare i reati. E che in una società più equa ci sarebbe un tasso di crimini commessi nettamente minore.

Rendendoci conto di proporre un tema probabilmente non ancora maturo per i nostri tempi, partiamo dalla considerazione che una società sedicente protettrice dei propri cittadini non dovrebbe abbandonare le persone a loro stesse, né al di fuori né al di dentro della reclusione.

Perciò, oltre a proporre il reindirizzamento dei soldi destinati al riarmo verso dei programmi volti all’azzeramento delle disparità sociali, proponiamo dei programmi di investimento paralleli che puntino al reinserimento nella società delle persone recluse:

  • Programmi volti all’implemento delle formazioni lavorative e dell’istruzione scolastica;
  • Programmi che puntino a costruire una rete di lavori all’esterno che possa fornire realmente una prospettiva di reinserimento dei soggetti reclusi;
  • Il potenziamento delle misure alternative;
  • Il rafforzamento del sistema di supporto sia burocratico che affettivo delle persone migranti recluse affinché la loro condizione di isolamento non venga accentuata;
  • La possibilità di creare degli spazi in cui poter vivere la propria affettività.

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