Finale di Coppa Italia di ieri.
La partita viene giocata a porte chiuse per le misure anti-Covid.
Ma invece di lasciare, come in passato, gli spalti vuoti, la televisione aggiunge un filtro che crea tifosi virtuali.
Questo articolo è il secondo di una serie di tre contributi su crisi economica, pandemia e impatto sulla produzione e sul lavoro in Italia e nel mondo il primo lo trovate qui
Nell’immaginario italico, le ricorrenze sono sempre molto sentite: quando si incappa in una “cifra tonda”, viene sempre voglia di ricordare quell’evento del passato. Salvo poi dimenticarsene già dal mese dopo, per non dire dell’anno dopo: quel +1 che è fastidiosamente il meno tondo possibile.
Mi è capitato di vedere l’ultimo cartoon di Zerocalcare sulle rivolte negli Stati Uniti e il primo pensiero è stato: oh, finalmente! Finalmente qualcuno che sposta l’attenzione sul fatto che negli Stati Uniti in questi giorni, mentre si buttano giù statue di un passato che evidentemente non è stato magnifico per tutte e tutti, si fanno anche tante altre cose: si procede a tagliare i finanziamenti alla polizia per destinare quel denaro a servizi sociali di vario tipo, si moltiplicano forme di autorganizzazione dal basso e gestione autonoma di diversi spazi urbani, si sente finalmente la voce di chi per troppo tempo è stato costretto a rimanere in silenzio.
La signora della foto si chiama Flora Beneduce.
Consigliera regionale di Forza Italia, fedelissima di Luigi Cesaro.
Cesaro lo conoscete anche fuori Napoli, no? Crozza ne faceva l'imitazione... Gigino 'a purpetta... Dicono si chiamasse così perché a "ogni appalto era solito pronunciarsi elegamentemente "e la polpetta pe' me nun jesce?" (il Messaggero, 10 giugno).
Un uomo della Prima Repubblica, che inizia coi socialisti e passa a Forza Italia.
Arrestato la prima volta nel 1984 nell'ambito di un blitz contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.
Infinite volte indagato per rapporti con i clan...
Pubblichiamo l'intervento di Giuliano Granato all'iniziativa che si è tenuta il 5 giugno all'Ex Opg. L'emergenza sanitaria in Campania, come in tutta Italia, è stata caratterizzata da una gestione che ha messo a repentaglio la salute dei cittadini, che non ha saputo e non ha voluto investire sulla medicina territoriale e l'assistenza domiciliare, ma ha preferito costruire cattedrali nel deserto, a discapito anche di chi, come i medici e gli infermieri, si è trovato davvero a fronteggiare con il proprio corpo un'emergenza mai vista prima d'ora.
Ma l'emergenza vera, lo sappiamo, è la speculazione sulla sanità, la gestione privatistica del diritto alla salute, e il profitto e le clientele che ormai proliferano attorno a un diritto fondamentale, che ha a che fare con la nostra stessa sopravvivenza.
«Ogni politica di emancipazione
deve puntare a distruggere l’apparenza
dell’ordine “naturale”»
Mark FIsher
Quando ero bambino una maestra mi fece fare un gioco che in molti avranno affrontato nel corso della propria esperienza scolastica. Mostrando a me e i miei compagni una carta geografica insolita, ci invitava a leggerla e comprenderla, senza darci spiegazioni. Si trattava di una carta che non aveva al centro l’Italia, e nemmeno l’Europa.
Ci sono persone che vedi quotidianamente, anche più volte nello stesso giorno e con cui condividi spazi comuni o esperienze, senza neanche volerlo, ma che, nonostante questo, hanno sulla tua vita un impatto che reputi essere insignificante. Pendolari che da anni prendono il tuo stesso treno regionale, la tua stessa metro oppure il tuo stesso bus; signori che si riforniscono al tuo stesso banco di frutta e verdura nel mercato rionale; lavoratori del civico accanto al tuo posto di lavoro con cui condividi la fila al bancomat per ritirare il denaro prima di andare a pranzo.
"Sono entrati con i manganelli, hanno messo tutto a soqquadro, ci hanno picchiato per niente... Ci hanno rasato i capelli a zero (...) Ma dopo che ci avevano aperto la testa con i manganelli. Non possiamo fare videochiamate, solo telefonate, perché siamo tutti rotti".
Di Giovanni Castellano
Qualsiasi discorso sulla configurazione delle aliquote, sulla distribuzione del gettito fiscale o sul meccanismo delle detrazioni d'imposta, corre il rischio di trasformarsi in una questione tecnica che può interessare solo coloro che sono abituati a confrontarsi con il diritto tributario. Questo modo di considerare il sistema fiscale non tiene però conto del fatto che ogni intervento in questo settore può influire sul modo in cui è distribuita la ricchezza; nell'analizzare qualsiasi riforma tributaria, non si può dunque assolutamente prescindere dai concreti rapporti di forza tra i diversi gruppi sociali.
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