Non è un caso che la strage di Pietrarsa si verifichi poco meno di un anno dopo i fatti dell’Aspromonte e il ferimento di Garibaldi, che durante la sua breve «dittatura» aveva consentito la nascita delle prime associazioni operaie; un peso in quegli eventi tragici, del resto, ce l’ha anche l’estensione della Legge Casati al neonato Regno d’Italia; nonostante i suoi forti limiti, infatti, essa costituisce un primo e sia pur debole tentativo di alfabetizzazione di massa.
In questi giorni si è parlato spesso di didattica e di ritorno a scuola. Soprattutto ora, con la ripresa dei contagi, il tema sembra essere di nuovo al centro dell'agenda politica. L'anno scolastico e l'anno accademico sono alle porte e la ripresa dei contagi preoccupa studenti, famiglie e insegnanti. Ma siamo sicuri che la didattica a distanza, o la didattica mista per le università, sia davvero una risposta all'emergenza? Oppure stiamo andando incontro allo sviluppo e alla sperimentazione di un nuovo modello di istruzione?
Se di scuola si sta parlando molto, ma non sempre in maniera costruttiva, l'università non sembra essere particolarmente menzionata nei discorsi di fine estate. Eppure, mai come ora, essa si trova a essere protagonista di una ristrutturazione che si pone già su un livello diverso rispetto a quello della gestione dell'emergenza sanitaria ancora in corso. Proviamo a ragionarci in maniera complessiva, andando al di là delle preoccupazioni che ci impone la situazione presente.
Questo articolo è il terzo di una serie di tre contributi su crisi economica, pandemia e impatto sulla produzione e sul lavoro in Italia e nel mondo
Come detto nel primo articolo di questa serie, è fondamentale iniziare le nostre analisi studiando la produzione industriale. Come detto poi nel secondo articolo, da più di un secolo ciò significa studiare l’organizzazione mondiale della produzione e come essa attraversa il nostro e tutti gli altri stati-nazione; anche al fine di capire se questa “base nazionale” conti ancora al tempo della globalizzazione e del capitale transnazionale.
di Djarah Kan
Ieri [22 Luglio] ero alla Questura di Napoli per ritirare il permesso di soggiorno di mia sorella, presumibilmente nello stesso giorno in cui è stata scattata la foto che ha fatto "commuovere il web".
Era pieno di gente che accalcata davanti alle porte della Questura, chiedeva di essere ricevuta, mentre un agente in divisa urlava con le vene alla gola contro una cinquantina di persone che non accennava a fare un passo indietro.
Pubblichiamo un articolo di Andreas Chatzidakis, già pubblicato su solidarityandcare.org (qui la versione originale), tradotto da Lucia Amorosi
Le aziende potrebbero essere davvero in grado di dimostrare cura verso gli altri, se non addirittura solidarietà? Ho iniziato a riflettere su questa domanda alcuni mesi prima che la pandemia di Covid-19 prendesse piede. Ricordo chiaramente di essere stato a un incontro del Care Collective e di essermi imbattuto in un temporary store “Primark care” nel mio ritorno a casa.
Riprendiamo volentieri dal Blog di Giuseppe Aragno
Quando leggo che una Corte d’Appello inglese ha ordinato alle Autorità competenti di restituire la cittadinanza negata a Shamima Begum, che aveva scelto di aderìre all’Isis, non posso fare a meno di pensare al caso di Maria Edgarda Marcucci, la giovane ragazza romana che ha fatto una scelta uguale e contraria: è andata a combattere contro l’Isis per la libertà dei Curdi e quella di genere, garantita con forza dalle loro istituzioni autonome femminili.
Oh ma che è sta depressione?
Io ricordo che tornai dal G8 di Genova incazzato nero, ma per nulla abbattuto.
E ricordo che non ero il solo.
Ricordo che ci sentivamo combattenti, non reduci.
Anche un po' eroici, portavamo con vanto le cicatrici.
di Marc Botenga
I leader europei hanno appena raggiunto un accordo sul programma di ripresa e sul bilancio europeo. Quindi? Bene? Non troppo bene? Male? Alcuni pensieri a caldo…
8 milioni per il solo Covid Hospital di Ponticelli. Altri 6 milioni per quelli di Caserta e Salerno.
I camion che arrivano col simbolo della Regione Campania in bella mostra, gli abitanti che applaudono, le riprese in time lapse. Il più grande spot elettorale che De Luca potesse mai confezionare.
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